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Notturno
Traduzione di Fabio Viola
Helen Humphreys affronta il racconto drammatico della morte del giovane fratello,
un pianista di grande talento, un uomo determinato, generoso e inquieto,
e dei giorni immediatamente successivi. I gesti dolenti e dovuti prima del funerale,
i silenzi insopportabili, la ricerca spasmodica delle email del fratello.
Poi, il dolore, nudo, violento e il tentativo di ripercorrere il rapporto
con il fratello, alla ricerca delle origini e delle ragioni profonde
del loro legame. Con la consueta abilità nello scorgere e sottolineare
la densità nel quotidiano, la poesia nei piccoli gesti, addirittura nei tic,
l’autrice canadese ritorna all’infanzia, alla giovinezza e agli anni
dell’età adulta trascorsi insieme al fratello sempre amato.
Devoto alla musica lui, cultrice della parola lei. I viaggi insieme
in Europa, senza un soldo, alla ricerca dell’arte e dell’ispirazione;
l’apprendistato e il talento, la condivisione degli affetti e delle follie
di famiglia. Poi il dramma: al fratello, che ha solo quarantacinque anni,
viene diagnosticato un tumore. Comincia allora il racconto di un nuovo
sodalizio, nel segno dell’accompagnamento verso la morte, un accompagnamento
che è anche il tentativo di un’ultima e precaria affermazione della vita.