Postfazione di Valeria Parrella
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L’uomo seme
Traduzione di Monica Capuani
Con la fine della prima guerra mondiale, ormai ottantenne,
Violette Ailhaud decide di raccontare una vicenda incredibile
che ha vissuto in prima persona nel suo piccolo villaggio
dell’Alta Provenza. Nel 1852, quando Violette ha solo diciassette anni,
gli uomini del suo villaggio, dichiaratamente repubblicani,
e quindi ostili a Luigi Napoleone Bonaparte, vengono arrestati
o deportati, e chi cerca di fuggire (tra questi proprio
il promesso sposo di Violette) viene passato per le armi.
Per due anni nel villaggio, condotto da sole donne,
non si vedono uomini: né ladri, né autorità e nemmeno preti.
Ormai sfinite dalla fatica e dalla mancanza di amore,
le donne stipulano tra loro un patto. Il primo uomo
che apparirà all’orizzonte dovranno dividerselo,
per poter ridare vita al villaggio.
metafore terrigne e un’enorme potenza icastica. Oltre alla efficacia di una storia
che sembra una parabola del Vangelo.»
con una libertà espressiva inaudita per i tempi. Ed è proprio questa la grazia del suo libro
che racconta l’amore, la passione e la sensualità di queste donne che, a dispetto delle apparenze,
non sono così lontane da noi.»